il libro
In un contesto in cui la ricerca storica europea appare ancora fortemente condizionata da istanze maschili-bianche e le reti accademiche non sembrano certo distinguersi nell'investire sensibilità ed energie sulla storia dei soggetti "altri", quali le lesbiche sono indubbiamente, i lavori qui presentati assumono sicuramente una rilevanza particolare nel panorama storiografico.
Frutto di un lavoro corale sulle poche fonti e testimonianze di cui ancora si dispone, il volume si avvale dei contributi di alcune note storiche del lesbismo che si occupano di esistenze e resistenze lesbiche nell'Europa dei nazifascismi, includendo anche il franchismo spagnolo. La barra che si è scelto di apporre su "r/esistenze" sta infatti a indicare come per le lesbiche la stessa esistenza possa essere considerata una forma di resistenza (all'eterosessualità obbligatoria, alla cancellazione di sé e delle proprie passioni), ancor più in periodi di forzata "normalizzazione" di tutte le donne come furono quelli dei fascismi europei del Novecento. Ma la "resistenza" che trova spazio in questo libro è anche quella di lesbiche politicamente consapevoli, che fronteggiarono e combatterono con determinazione e coraggio le dittature di Mussolini, di Hitler e di Franco.
Nel volume vengono inoltre affrontate anche le questioni, spesso rimosse, relative alla "zona grigia" della sopravvivenza durante l'internamento e ai rapporti fra "asociali" e "politiche" nei Lager.

le curatrici
Paola Guazzo ha recentemente pubblicato il romanzo Un mito, a suo modo e curato con altre Il movimento delle lesbiche in Italia.
Ines Rieder dagli anni Novanta si occupa principalmente di ricerca storica. Suoi lavori sono stati pubblicati in diverse riviste internazionali.
Vincenza Scuderi è ricercatrice di Lingua tedesca e traduzione presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell'Università di Catania.



mercoledì 29 agosto 2012

R/esistenze lesbiche, recensione di Elena Petricola su "Il mestiere di storico"

Pubblicato su "Il mestiere di
storico", semestrale della Sissco, I, 2012. Paola Guazzo, Ines Rieder, Vincenza Scuderi (a cura di), R/esistenze lesbiche nell’Europa nazifascista, Verona, Ombre Corte, 190 pp., € 19,00 Com’è noto, la letteratura riguardante la storia lesbica in Italia è estremamente esigua,così come la circolazione di testi che si occupino dell’argomento comprendendo il caso italiano all’interno di una dimensione internazionale e transnazionale. R/esistenze lesbiche rappresenta dunque una felice iniziativa in questo senso, volendo portare in Italia uno studio che attraversi la dimensione europea. Insieme a questo aspetto, il punto centrale è però rappresentato da un’indagine che apre una perlustrazione su un periodo complesso e nello stesso tempo ricco di stimoli sul piano della ricerca per la carenza di fonti, come quello coincidente con l’affermazione del nazi-fascismo e l’inasprimento del processo di razzizzazione che attraversa le società europee e che, come la ricerca ha ampiamente mostrato, vede profondamente coinvolte le donne. Il libro si articola in una raccolta di otto saggi, alcuni inediti e altri già pubblicati all’estero e qui presentati in traduzione, offrendo un’analisi delle esistenze e delle strategie di resistenza, oltreché in alcuni casi di adesione e promozione della Resistenza, di lesbiche in Germania, in Austria, in Italia e in Spagna. Vengono proposte sia le traiettorie esistenziali di singole sia esperienze di reti transnazionali di donne in Europa che hanno vissuto più o meno apertamente le proprie preferenze sessuali, e che tanto in stato di libertà quanto nel sistema concentrazionario – che viene meritoriamente indagato nel libro, con un affondo nelle contraddizioni che produce sul piano dei comportamenti – e durante la guerra ma anche nel dopoguerra hanno trovato il modo per farsi spazio all’interno di sistemi di controllo repressivi e disumanizzanti, soffrendone le misure costrittive, punitive e mortifere. Attraverso la letteratura di memoria, le testimonianze raccolte dalle aa. e le (poche) fonti giudiziarie e politiche, e con il supporto di un’ampia bibliografia internazionale, emerge così il modo in cui nei diversi contesti nazionali la legislazione colpisce, apertamente o meno, il comportamento omosessuale e individua nella lesbica una donna potenzialmente riconducibile ai ruoli e ai compiti ascrivibili alla maternità, alla procreazione ealla prolificità necessari allo Stato e alla comuni tà nazionale. Eugenetica, razzismo, «eterosessualità obbligatoria», radicalizzati sotto i regimi, rappresentano dunque il sostegno per la costruzione di biopolitiche sempre più cogenti, tra controllo, delazione e repressione. In questo modo il volume offre una ricostruzione dell’escalation repressiva che caratterizza l’Europa tra gli anni ’20 – per molti aspetti un momento eccezionale per l’associazionismoe gli ambienti culturali gay e lesbici, soprattutto per quel che riguarda la Berlinoweimariana – e gli anni ’40, con forti elementi di continuità e persistenze nel dopoguerra (per l’abrogazione del Paragrafo 129 che punisce il lesbismo in Austria bisogna arrivare al 1971). L’auspicio è che questa storia e queste storie continuino a essere indagate e che trovino finalmente cittadinanza anche nella ricerca accademica in Italia. Elena Petricola