il libro
In un contesto in cui la ricerca storica europea appare ancora fortemente condizionata da istanze maschili-bianche e le reti accademiche non sembrano certo distinguersi nell'investire sensibilità ed energie sulla storia dei soggetti "altri", quali le lesbiche sono indubbiamente, i lavori qui presentati assumono sicuramente una rilevanza particolare nel panorama storiografico.
Frutto di un lavoro corale sulle poche fonti e testimonianze di cui ancora si dispone, il volume si avvale dei contributi di alcune note storiche del lesbismo che si occupano di esistenze e resistenze lesbiche nell'Europa dei nazifascismi, includendo anche il franchismo spagnolo. La barra che si è scelto di apporre su "r/esistenze" sta infatti a indicare come per le lesbiche la stessa esistenza possa essere considerata una forma di resistenza (all'eterosessualità obbligatoria, alla cancellazione di sé e delle proprie passioni), ancor più in periodi di forzata "normalizzazione" di tutte le donne come furono quelli dei fascismi europei del Novecento. Ma la "resistenza" che trova spazio in questo libro è anche quella di lesbiche politicamente consapevoli, che fronteggiarono e combatterono con determinazione e coraggio le dittature di Mussolini, di Hitler e di Franco.
Nel volume vengono inoltre affrontate anche le questioni, spesso rimosse, relative alla "zona grigia" della sopravvivenza durante l'internamento e ai rapporti fra "asociali" e "politiche" nei Lager.

le curatrici
Paola Guazzo ha recentemente pubblicato il romanzo Un mito, a suo modo e curato con altre Il movimento delle lesbiche in Italia.
Ines Rieder dagli anni Novanta si occupa principalmente di ricerca storica. Suoi lavori sono stati pubblicati in diverse riviste internazionali.
Vincenza Scuderi è ricercatrice di Lingua tedesca e traduzione presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell'Università di Catania.



lunedì 27 dicembre 2010

R/esistenze lesbiche - la recensione di Umberto Brancia

Pubblicata sulla rivista "Confronti" (Per il dialogo inter-religioso)

R/esistenze lesbiche nell’europa nazifascista.
a cura da Paola Guazzo, Ines Rieder, Vincenza Scuderi
Ombre Corte, 2010, pp.190, Euro 19.00

La prima, istintiva reazione di chi finisce di leggere questo libro è quella di andare col pensiero all' attualità politica di questi mesi: omofobia diffusa, violenze e terribili battute dei nostri politici di governo, che usano l' isteria contro i gay a fini elettorali. La reazione è forse scontata, ma sana. La questione della persecuzione delle diverse identità omosessuali in Europa e nel mondo è troppo drammatica per ridurre le vicende italiane solo alle barzellette del premier.
Il volume contiene una raccolta di saggi di diverse studiose italiane e di cultura francese, austro-tedesca, e spagnola: gli interventi sono il risultato di difficili ricerche storiche sulle r/esistenze delle lesbiche in alcuni paesi europei durante il periodo nazifascista. Va spiegata innanzi tutto la difficolta di un tema storiografico come questo e la scelta del titolo con la barra all' interno della primo termine.
I saggi intendono descrivere le vicende di resistenza al fascismo di figure importanti del lesbismo europeo. Si tratta spesso di militanti politiche della Resistenza europea, oggi assai note. Si veda, ad esempio, il notevole saggio dedicato al campo di Ravensbrueck, in cui morirono 130.000 deportati, dei quali 110.000 donne. Marie- Jo Bonnet vi ricorda nomi celebri come quello di Germaine Tillion, militante politica ed etnografa, o Margarete Buber-Neumann, giornalista e scrittrice che intreccio un amore con Milena Jesenská, la donna della famosa relazione con Franz Kafka.
Ma nel libro non troviamo solo figure di personalità colte o politiche ( che spesso celavano le loro preferenze dietro una militanza ascetica), ma donne comuni che opposero alla repressione strategie di sopravvivenza individuale (compromessi, matrimoni di convenienza, prostituzione). Quindi non solo resistenze, ma esistenze concrete: il libro vuole essere il racconto lucido e commosso di percorsi di difesa della propria identità di genere in un' Europa autoritaria, nemica di ogni diversità.
L' analisi della condizione lesbica si intreccia con le vicende storiche e politiche dell' Europa tra le due guerre. In Germania, dopo la relativa situazione di liberta durante il periodo di Weimar, si stende progressivamente una cortina di intimidazioni, attività repressive e - dopo il 1940 - di deportazioni.
C' è da notare un dato che riguarda molti paesi europei. Ovunque veniva punita e perseguita l'omosessualità maschile, ma su quella femminile, si teneva un genere un comportamento diverso, vista anche la generale subordinazione della donna alla visione maschile: minimazzazione prima, persecuzione dopo. Si cancellò l' esistenza del soggetto lesbico, attraverso aggettivazioni che giustificarono la persecuzione: malate mentali, criminali, ebree, ecc.
Il volume raccoglie i primi risultati di un progetto di ricerca di studiose di vari paesi, per dare visibilità ad una storia taciuta. Ma le oppressioni che descrive sono un' onda nera che arriva sino ad oggi. Perciò va letto con lo sguardo rivolto ad un' attualità, piena di presagi sinistri. ( Umberto Brancia)