Centro donna Urbino, Femminismi, Donne ribelli,
ti invitano a partecipare alla presentazione del libro
“R/esistenze lesbiche nell’Europa nazifascista”. A cura di Paola Guazzo, Ines Rieder, Vincenza Scuderi, edizioni Ombre corte, Verona 2010.
Presentazione con Paola Guazzo, interventi su “Omofobia e destra in Italia oggi” a cura di Femminismi.
Urbino, Centro donna, via Valerio 8, 15 aprile 2011, alle ore 18.30.
Seguirà alle ore 20.30 un aperitivo e buffet di finanziamento e alle ore 21 la proiezione del film “Aimée et Jaguar” (2009), tratto dalla storia vera narrata da Erica Fisher, regia di Max Fuberbock.
Non è passato molto tempo da quando, nel 2009, il Parlamento italiano bocciava la proposta di estendere all’ omofobia l’articolo di legge che definisce le aggravanti di un reato (art.61 codice penale). Rocco Buttiglione, “esimio” professore universitario, assieme a uno sparuto ma potente gruppo di parlamentari integralisti cattolici, paragonò in aula l’orientamento sessuale naturale delle persone gay e lesbiche ai più atroci passatempi sessuali, scatenando la protesta generale contro questa insinuante menzogna. Ma dato che oggi molte persone Lgbt non si nascondono più, assieme a genitori e amici, colleghi e vicini, è possibile anche nel nostro paese sperare in una nuova cultura, quella dei diritti umani, della cittadinanza piena e della parità nella differenza.
Nel novembre 2010 l’attuale prèmier, detto “il cavaliere”, per scrollarsi di dosso gli occhi dei media per sospetto coinvolgimento in prostituzione minorile, affermò che comunque ogni cosa, anche quelle illegali o al limite della legalità, erano tutte meglio che “essere gay”. La risposta è stata una grande diffusa protesta di piazza fatta dalla società civile al fianco dei movimenti Lgbt, al grido “Meglio lesbica, o gay, che Berlusconi”.
In questi anni il termine “omofobia” è passato agli onori della cronaca, non perché prima le violenze non esistessero ma poiché finalmente si sta diffondendo la consapevolezza di non voler più passare sotto silenzio la discriminazione, e le intimidazioni di cui sono state oggetto, in quanto minoranze, le persone lgbt. Ma su cosa si fonda l’omofobia, quali sono le sue radici culturali? E’ importante approfondirlo, non fermarsi solo alle parole, perché più volte anche la sinistra italiana ha dimostrato di essere omofobica, e non c’è solo lo storico film “La patata bollente” di Steno a ricordarlo.
In questi ultimi trent’anni si sono moltiplicati in tutto il mondo i “coming out” lgbt e le dichiarazioni a favore della parità di diritti; occorre ricordare che negli Usa il movimento lgbt ha contribuito all’ elezione di Obama, in Israele le lesbiche palestinesi hanno incontrato quelle israeliane, in Sudafrica è stata lanciata una campagna contro l’omofobia che ha raccolto grandi consensi, in gran parte d’Europa sono state approvate leggi che riconosco non solo le persone ma le famiglie “differenti”. In Italia niente. Ma qual è la radice del nostro nulla?
Il progresso dei diritti Lgbt deve il suo attuale sviluppo anche alla resistenza di tante persone che durante il nazifascismo hanno lottato per salvare la propria umanità e quella dei loro simili. Abbiamo pensato che fosse importante portare una testimonianza di questa storia, per festeggiare il 25 aprile antifascista di quest’anno. Grazie all’intervento di Paola Guazzo presenteremo l’analisi raccolta nel prezioso libro sulle resistenze lesbiche al nazifascismo, per conoscere una faccia sconosciuta dell’Europa in un momento storico in cui ogni differenza veniva perseguitata, ossessivamente, come a volerla cancellare in un delirio di normalità e di normalizzazione. Donne coraggiose che hanno fatto parte della Resistenza, lesbiche che hanno contribuito alla liberazione dalle dittature, storie di campi di concentramento e di vite clandestine.
Alla fine del dibattito sarà proiettato il film “Aimée et Jaguar”, tratto da una storia vera, la vicenda di una tedesca, moglie di un ufficiale nazista, che a 83 anni ha narrato il suo amore per una donna di origini ebraiche e attivista della resistenza.
In una Italia che qualcuno vorrebbe dividere in tanti feudi, governati dal soldo e dalle antenne televisive, questo è un messaggio di solidarietà e di speranza.
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